Contemplativi fra la gente

Il Carmelo, in quanto forma di vita umana e cristiana chiamata ad essere nella Chiesa segno leggibile per tutti i credenti e per l’uomo d’oggi, se desidera autocomprendersi come segno o parabola esistenziale di fraternità evangelica, deve tener conto delle coordinate culturali del nostro tempo. Se è vero che l’uomo è un essere personale unico e irripetibile nella sua soggettività, autodeterminazione e dignità, è anche vero che l’uomo costitutivamente è un essere in relazione all’altro, alle cose, al mondo. In secondo luogo, è opportuno assimilare la prospettiva teologica della koinonia-comunione come l’asse portante della vita della chiesa e di ogni forma di vita cristiana all’interno di essa. (Cfr Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto, Crescere come fratelli, Roma 2001, p. 9).

Non conoscevo il Carmelo, e questa frase mi conquistò, forse perché era così che mi sentivo anche io. Attenta e perennemente in relazione e in dialogo con Gesù. Come non accorgersi di Dio davanti ad una bella amicizia, come non sentire la sua presenza nelle macerie di una casa, come non sentirlo in ogni nuovo piccolo mattoncino posato. Io, da sciocca pensavo di preparare per me una casa, ma Dio aveva già pensato a tutto, mi aveva già dato la grande grazia di sentirmi a casa in ogni relazione, nei cuori a me più vicini. Il carisma carmelitano, dono dello Spirito, quindi dinamico e creativo, suggerisce intraprendenza: a volte la percepiamo una corsa troppo veloce, ma ogni volta che pensiamo di correre velocemente, Dio ci attende al traguardo e chissà da quanto tempo ci aspettava li. Io me lo chiedo spesso: “Da quanto mi stavi aspettando?” “Forse da sempre” è la risposta che sento nel cuore. Forse è vero, mi aspetti da sempre. Se c’è una cosa che ho imparato nella mia breve vita è di stare molto attenti a chiedere a Dio, perché non solo risponde sempre, ma sempre in abbondanza. Ci sorprende, a Lui piace stupirci in ogni circostanza: anche quando gioca a nascondino, sceglie gli angoli più belli dove la gioia di ritrovarlo, cresce in modo esponenziale. Certo risponde a modo suo. Ma se aguzziamo lo sguardo, lo troviamo sempre, ovunque. Credo che sia il suo modo di stare con noi. Quando ho chiesto degli amici, degli amici veri con cui condividere la vita, me ne ha dati molti, ma tutti fisicamente lontani da me: per vederci dobbiamo aver voglia di metterci in cammino, di viaggiare, di pianificare. Desideravo tanto amici sinceri, leali, quelli che dici “guarda come sono fortunata ad avervi nella vita”. Eccomi accontentata, e voi direte ma se li hai lontani, quale bellezza può esserci? Il desiderio di incontrarci, immaginare quell’incontro, pensare a quanto sarà speciale, prendersi del tempo esclusivo per vivere quel momento. Custodire queste amicizie, prendermene cura, è il mio compito. Nella diaconia dell’accoglienza, nella diaconia della Parola, nella diaconia della preghiera. “Ti faccio un regalo, sta a te prendertene cura” è facile la logica di Dio. Basta non aver la pretesa del tempo. “Per quanto tempo?” A questa domanda Dio non risponde mai se non dicendoci “per oggi”. Ma quanto siamo fortunati? Per oggi, la mia vita è al sicuro. Per oggi il mio cuore è custodito. Per oggi la mia famiglia è al sicuro. Per oggi la salute dei miei amici, è in mano sicure. E domani? Oggi è oggi. Domani richiedi. Che cosa infatti negherà Dio alla preghiera che procede dallo spirito e dalla verità, Egli che così l’ha voluta? Quante prove della sua efficacia leggiamo, sentiamo e crediamo! (Cfr. Tertulliano, L’orazione). Sono certa che ci sarà un nuovo “per oggi” ad attenderti.

Essere uomini e donne di fede; essere plasmati dalla potenza della Parola, significa per noi crescere ogni giorno nella comunione dei cuori e nella condivisione dei beni. Saremo così testimoni del Risorto (Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto, Crescere come fratelli pp. 75-76) Allarghiamo i nostri cuori e abbandoniamo gli stretti confini entro cui viviamo la nostra vita. Lo Spirito di Dio deve trovare la strada aperta verso di noi, deve far sentire la sua presenza attraverso di noi. Che egli ci riempia così ampiamente e così in abbondanza come i nostri cuori, creati per l’infinito, lo permetteranno… (S. Titus Brandsma)

 

Valentina D’Ascenzi, T.O.C.

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