Obiettivo: amore

Dio della luce e dei colori,

Signore del pensiero e dell’aurora,

ogni giorno riempi i miei occhi delle Tue meraviglie

e con il mio obiettivo il Tuo mondo entra nel mio cuore.

Tu guidami alla conquista dell’anima

E al desiderio della verità.

Fa’ che attraverso la fotografia scopra la tenerezza della Tua terra,

la saggezza della tradizione, la storia della mia città, l’azzurro del Tuo cielo.
Riempi la mia macchina del Tuo sole

e, tra le nuvole, conserva un posto anche per me per fotografare il mondo.
Non Ti chiedo l’impossibile della vita,

ma la ragionevolezza del vivere e la serenità nel cuore.
La sera, chiudendo il mio obiettivo,

fa che trovi la gioia di aver donato,

di niente aver sciupato, e, soprattutto,

di averTi sentito tra i colori dell’arcobaleno.
Ti ringrazio di aver racchiuso la Tua immagine nel mio cuore;

la conserverò così come Tu me l’hai donata.
Amen.

 

P. Lorenzo Sapia, O.A.D., 2000

Tempo fa ho letto questa bellissima poesia che a mio avviso esprime pienamente la gratitudine di una persona appassionata di fotografia, per il dono ricevuto da Dio: il dono di poter mettere a fuoco l’incantevole bellezza della creazione. Per me è fonte di grande ispirazione: quando è arrivato il momento della scelta di un’attività da svolgere con un percorso di approfondimento che mi corrispondesse, è esplosa in me la passione per la fotografia, coltivata fin dall’infanzia e le scintille di questo dono hanno illuminato una strada che sentivo di poter percorrere con gioia e soddisfazione. Ed ecco che gli studi di Accademia mi hanno permesso di rispondere alle esigenze della mia parrocchia che mi chiedeva di mettermi in gioco. Quello che da sempre mi sarebbe piaciuto fare, è divenuto parte della vita quotidiana prima di tutto come servizio alle persone più prossime, raccontando mediante le mie fotografie, gli eventi celebrati nella chiesa che frequentavo. Tramite i miei scatti (amo particolarmente l’uso del bianco e nero) ho cercato e cerco nel mio piccolo, di cogliere e trasmettere emozioni di gioia, di riflessione, di intensità, di pace… Questo richiede una particolare attenzione e capacità empatica, e offre un’opportunità per entrare in relazione con le persone in modo più profondo e coinvolgente. Un modo per conoscere e raccontare il cuore di ogni uomo e di ciò che egli realizza con la sua arte o con qualunque tipo di lavoro. Un volto immortalato, una statua, un momento della celebrazione, tutto concorre a descrivere con l’immagine, la solennità di un momento importante che resta così, fermato nel tempo. Questo impegno e disponibilità ad essere portavoce di Dio attraverso le competenze acquisite e il dono ricevuto per svilupparle, è divenuto una forma di ricerca e di preghiera personale che si impregna di gratitudine a Dio.

 

L’uomo si attua nell’essere secondo lo statuto codificato dalla sua natura, che gli permette una perfezione ed uno splendore limitati. Infatti, la natura umana è una potenzialità spirituale di essere, radicata però nella potenzialità più potenziale della materia, che esprime, nell’esistenza personale, come imperativo di essere sempre più e sempre meglio. Per questa ragione la bellezza, che l’uomo può realizzare, assume le connotazioni del sublime. (Sante Babolin, Icona e conoscenza, preliminari di una teologia iconica, EEC, Padova,1990, 106) In altri termini? C’è una relazione tra estetica elevata ed etica elevata? Certamente sì. Essere sempre più e sempre meglio, è il nostro cammino di santità, scatto dopo scatto. Partiamo da un’osservazione della natura e di tutte le espressioni dell’uomo che fanno nascere nella nostra anima un amore invincibile per tutto ciò che è eternamente grande e per tutto ciò che è più divino in noi. La nostra immaginazione supera i limiti del mondo che ci circonda, il sublime fonde memoria e fantasia, conoscenza e amore, istinto e libertà, evidenziando sempre la dignità sacra della persona umana. (Sante Babolin, Icona e conoscenza…, cit., 106)

Sì, anche con il mio obiettivo, il mondo entra nel mio cuore, il mondo dove Dio manifesta le sue meraviglie. Anche il mio obiettivo desidera offrire un contributo a questa fusione di conoscenza e amore, così come la spiritualità carmelitana suggerisce. Il Carmelo richiama bellezza, richiama unione con Dio, fusione di cuori in Lui, amicizie che crescono in questo esercizio di empatia che fa entrare nel cuore di eventi e di uomini. Una bella responsabilità quando si tratta di immortalare attimi o momenti di vita che riguardano una persona, la sua storia, la sua tensione positiva, i suoi desideri: un fotografo è custode di ricordi, accede con il permesso di chi si lascia fotografare, ai segreti di un vissuto. Grazie ad un semplice obiettivo il mondo di ogni persona entra nel cuore del fotografo, pronto a fermare emozioni e istanti preziosi. Come scrisse Aristotele “è obiettivo dell’arte rappresentare non l’aspetto esteriore delle cose, ma il loro significato interiore.” E’ un lavoro impegnativo che richiede abilità nel cogliere linguaggi non verbali e oltrepassare la finestra che si apre sull’anima, come William Shakespeare definiva gli occhi di una persona. Ma non è forse un lavoro che dovremmo imparare a fare tutti, anche senza apparecchio fotografico in mano?

 

 

Vanessa Romano, anim. Carm..

 

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