CIFRE STILISTICHE

Cifre stilistiche   Cifre – che non sono numeri – diventano stile espressivo, che condensa esperienza. Ogni forma d’arte passa attraverso qualcosa che definisce uno stile: frasi tronche come incisi che inchiodano l’immaginazione del lettore su un dettaglio, su un particolare che è vero protagonista di un racconto, oppure il contorno sfumato di un dipinto, […]

Cifre stilistiche

 

Cifre – che non sono numeri – diventano stile espressivo, che condensa esperienza. Ogni forma d’arte passa attraverso qualcosa che definisce uno stile: frasi tronche come incisi che inchiodano l’immaginazione del lettore su un dettaglio, su un particolare che è vero protagonista di un racconto, oppure il contorno sfumato di un dipinto, qualunque sia la tecnica utilizzata, perché tutto ciò che è frutto di fantasia o di lettura della realtà, sia sempre aperto all’infinito. E cosa dire della musica che, per esempio, minimalista, col suo carattere modale, riduce gradualmente i parametri del suono fino a che questo si “dissolve” in un silenzio che ha sapore di profondità insondabile? Queste sono cifre che identificano il carattere di un artista e dei suoi capolavori. Si, ma… c’è un’altra cifra che determina la nostra identità, di noi, capolavori usciti dal cuore del più grande Artista. È un carattere unico, ma al tempo stesso affine e strettamente connesso ad altre cifre. Tante, tantissime, che non è possibile contare. Non adesso. Una cifra che non è un numero, che si lega all’Evento che cambia tutto, che illumina, sviluppa calore, dilata all’infinito, semplifica la vita ripetendo costantemente ciò che conta, che conduce all’Eterno. L’evento: la risurrezione di Cristo, morto per noi. È la piena libertà, è la cifra stilistica del vero cristiano. La cifra: siamo risorti con Cristo, nella verità che ci fa liberi. Sempre. E sempre se lo vogliamo. Cuore del mistero cristiano, la Pasqua è fondamento della nostra fede, è il centro dal quale la liturgia si irradia e da’ senso ad ogni cosa. Siamo quindi invitati a vivere da uomini nuovi partecipando alla vita di Cristo. In questo numero abbiamo pensato, sollecitate anche da alcune iniziative della nostra chiesa locale, di riflettere insieme sulla carità, ponendoci onestamente e sinceramente alcuni interrogativi per sondarne in noi autenticità e intensità. Ma non solo: una delle novità che il tempo pasquale ci ha portato, è una collaborazione più estesa tra Sorelle di diversi monasteri in un cammino comune di ricerca, un confronto continuo con la Famiglia religiosa e le realtà locali nelle quali viviamo. Si aprono quindi altre finestre che permettono di affacciarsi su giovani e adulti con diversi necessità e interessi. Cifre carmelitane che accolgono bagliori di luce pasquale nei loro contesti: cifre condivise in una fraternità che si interroga sul presente, sulla missione, su una vocazione immensa per accedere al mistero di salvezza.

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Vedere il fondo

Violette, destinate a rallegrar lo sguardo del Signore
quand’egli si degna d’abbassarlo (Santa Teresa Di Lisieux)
Ogni terreno ben drenato vi da’ vita,
che rendete generose di profumo e colore:
all’”altezza dell’umiltà” schiudete petali di raffinata bellezza,
annunciando una nuova stagione.
Come “piccoli santi” chiamati a dar consolazione,
lì, seminati dal Signore.
Fascino dell’umiltà che fa rinascere.
Parlate al cuore, mai da sole, piccole viole:
siete parte di un insieme che tra foglie e fiori,
rende liete piccole zolle,
edificate nella verità.

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Processi segreti

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La chiave del desiderio

Si deve vedere Dio come sfondo del nostro essere, e adorarlo non solo nel nostro intimo, ma anche in tutto ciò che esiste: prima di tutto nel nostro prossimo, ma pure nella natura, nell’universo. Dio abita la nostra esistenza, Dio all’opera nel cosmo non deve essere solo oggetto della nostra intuizione, bensì manifestarsi nella nostra vita, esprimersi nelle nostre parole e nei nostri gesti, irraggiare da tutto il nostro essere e da tutto il nostro agire. La preghiera è vita, non un’oasi nel deserto della vita. (Cfr Titus Brandsma, O.Carm.)

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Nuovi germogli

Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. (Mc 4, 26-27)

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