Misteriosi capolavori

Nella solitudine tutte le cose create ci aiutano felicemente”. Puro incanto per la creazione? O visione nostalgica della vita solitaria? Le scene che descrivono la creazione nel suo dispiegarsi coinvolgente rapiscono chi le contempla, mostrando una eccezionalità pacata che rimanda alle realtà celesti, riproduce la sincera e appassionata dedizione verso tutto ciò che è accanto e colpisce non tanto per la sua magnificenza, quanto per la forza che promana: l’impronta del divino rinvigorisce ogni cosa suscitando consolazione. “Il firmamento, adornato mirabilmente con l’ordine stupendo dei pianeti e delle stelle, ci invita e ci attrae, per mezzo della sua bellezza, ad ammirare le realtà superiori. Gli uccelli, rivestiti quasi di natura angelica, dolcemente modulano la soave melodia del canto per la nostra consolazione”. L’autore – riecheggiando la parola di Dio – usa senza remore termini colmi di tenerezza e dolcezza, un senso di ammirazione: meravigliato di fronte al mistero ammutolisce mentre dilata il cuore in una danza che accompagna il canto dei salmi. “Anche i monti, secondo la profezia di Isaia, stillano per noi dolcezza meravigliosa: e pure le colline, a noi vicine, versano latte e miele, che i fatui amatori di questo mondo mai gustano. Quando salmeggiamo la lode del Creatore, i monti che ci circondano e che sono i nostri fratelli conventuali, percuotono armoniosamente la propria lira e cantano i loro versi al cielo e con noi intonano, in una medesima voce, il canto di lode al Signore”. Nei ritmi della natura continua l’opera della creazione allora “I monti germinano, l’erba cresce sempre più verde, le fronde e gli alberi riempiono l’aria di soave profumo, quasi desiderassero sorridere per rallegrare la nostra solitudine“. L’autore canta un Creatore operante in tutto il cosmo attraverso la pratica del benedire che esprime un rapporto attivo e contemplativo con la realtà ambientale e cosmica, di un’ecologia illuminata dalla sapienza che viene dall’alto! Al punto di suggerire saggezza: “La luce silenziosa degli astri sembra darci saggi consigli”.

In una società ormai lontana da un rapporto diretto con la natura, l’autore orienta ad una conversione sincera di ritorno all’uomo nel creato. “Gli alberi ci beneficano della loro gradevole ombra, e tutte le creature, che vediamo e udiamo nella solitudine, ci ristorano e fortificano come compagni; anzi, nel loro silenzio predicano in modo mirabile e spingono il nostro uomo interiore alla lode del Creatore ammirevole”. Questo sussurro di vita che arriva a noi dal XIII sec., possa sostenere la nostra ricerca; evocando corrispondenze di vita tra le creature, ci doni parole nuove per parlare del Creatore, per consolidare processi di crescita del cuore, rendendolo capace di custodire la terra nella luce della fede. Una terra amata, visitata e abitata dall’uomo che cerca di camminare sulle tracce di Dio; un itinerario di fede e speranza, che diviene risposta agli interrogativi di un’umanità responsabile di fronte e nel dono di un universo di bellezza da scoprire.

Sr Ester di Cristo Re, O.Carm.

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