Nuovi germogli

Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. (Mc 4, 26-27)

È poco quello che sappiamo, è vero, ma la vita ci invita meravigliosamente a cercare e riesce sempre a stupirci. Sappiamo che il seme gettato germoglia e cresce in un terreno fertile: questo ha ispirato il nome della nostra rivista, un nome che invita a raccogliere insieme l’humus ben sedimentato, adatto per ogni terreno umano. Una fertilità preziosa, nascosta, che richiama un processo interiore al quale l’uomo è predisposto per crescere con pazienza e fiducia. Un termine che evoca origini lontane, uno dei simboli carmelitani che parlano della nostra storia, inseparabile dalla nostra esperienza quotidianamente vissuta. Siamo sorelle carmelitane di vita contem plativa, appartenenti a questa Famiglia religiosa che si costituì proprio in una terra particolarmente fertile; la Terra Santa. Come nel XIII secolo i carmelitani rispondevano al desiderio/chiamata di essere a contatto con la terra di Gesù, bagnata e resa feconda dal suo Sangue, così noi, oggi, cerchiamo di restare in contatto con l’umanità abitata dalla divinità, terra fecondata, per stupirci ancora di ciò che appartiene al mistero della Vita. Il nostro abito ha il colore della terra che richiama la nostra condizione di povertà; l’humus che rende fertile e fa germogliare la vegetazione ha la stessa radice etimologica dell’humilitas, per il germogliare di corrette e belle relazioni con Dio e con il prossimo e ancora, l’humus evoca la lunga tradizione di bellezza, fertilità, abbondanza del Carmelo visto come giardino fiorito: ed evoca ancora la femminile recettività che genera figli nei processi nascosti di preghiera, meditazione, contemplazione. Una terra consegnata, da esplorare e lavorare, immagine della terra promessa, nuovo paradiso in cui Dio passeggia familiarmente con l’uomo. La ricerca del volto di Dio attraversa la storia dell’umanità, da sempre chiamata a un dialogo d’amore con il Creatore. L’uomo e la donna, infatti, hanno una dimensione religiosa insopprimibile che orienta il loro cuore alla ricerca dell’Assoluto, a Dio, del quale percepiscono – non sempre consapevolmente – il bisogno. Questa ricerca accomuna tutti gli uomini di buona volontà. Anche molti che si professano non credenti confessano questo anelito profondo del cuore, che abita e anima ogni uomo e ogni donna desiderosi di felicità e pienezza, appassionati e mai sazi di gioia. (Cost.Ap. Vultum Dei quaerere – n°1) Così ci sembra di intuire la nostra missione specifica in questo luogo poco distante dal borgo di Cerreto di Sorano, in provincia di Grosseto, una presenza carmelitana che diviene invito per la chiamata universale al dialogo d’amore con Dio, partendo da un’esperienza straordinaria: l’apparizione della Madre Addolorata il 19 maggio 1853 ad una pastorella, Veronica Nucci. Il messaggio consegnato dal Cielo alla terra di Maremma perché fosse a sua volta consegnato ad ogni terreno umano, è l’incoraggiamento a recuperare la coscienza di essere amati da Dio, a lasciarsi amare da Lui. Egli visita la terra, la disseta, la ricolma di ricchezze, la prepara irrigandone i solchi e spianandone le zolle, la bagna con le piogge e benedice i suoi germogli (cfr Sal 64, 10-11). E continua a bagnare e benedire: le lacrime di Maria infatti hanno bagnato la terra sulla quale si è inginocchiata chiedendo partecipazione al dolore di saper lontani i suoi figli da questa esperienza di amore infinito ed eterno. Proprio per questo, uno dei frutti da poter condividere è l’esperienza di una particolare consolazione, quella di cui leggiamo nella seconda lettera ai Corinzi ai versetti 3-5; “Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione”, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Attraverso le rubriche che narrano un po’ di storia, che raccontano esperienze e presentano iniziative, cerchiamo di cogliere tutte le sfumature di questo amore che non si stanca di inseguirci nei meandri delle nostre perplessità. Che continua a farsi carne. Sia per noi uno degli strumenti per rispondere insieme all’attrazione esercitata dal Volto del Dio santo e insieme dalla terra sacra che è l’altro, per sperimentare una più profonda comunione.

Sr M. Daniela del Buon Pastore, O.Carm

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Violette, destinate a rallegrar lo sguardo del Signore
quand’egli si degna d’abbassarlo (Santa Teresa Di Lisieux)
Ogni terreno ben drenato vi da’ vita,
che rendete generose di profumo e colore:
all’”altezza dell’umiltà” schiudete petali di raffinata bellezza,
annunciando una nuova stagione.
Come “piccoli santi” chiamati a dar consolazione,
lì, seminati dal Signore.
Fascino dell’umiltà che fa rinascere.
Parlate al cuore, mai da sole, piccole viole:
siete parte di un insieme che tra foglie e fiori,
rende liete piccole zolle,
edificate nella verità.

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La chiave del desiderio

Si deve vedere Dio come sfondo del nostro essere, e adorarlo non solo nel nostro intimo, ma anche in tutto ciò che esiste: prima di tutto nel nostro prossimo, ma pure nella natura, nell’universo. Dio abita la nostra esistenza, Dio all’opera nel cosmo non deve essere solo oggetto della nostra intuizione, bensì manifestarsi nella nostra vita, esprimersi nelle nostre parole e nei nostri gesti, irraggiare da tutto il nostro essere e da tutto il nostro agire. La preghiera è vita, non un’oasi nel deserto della vita. (Cfr Titus Brandsma, O.Carm.)

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