È un grido evangelico che manifesta il desiderio degli apostoli di raccogliersi come Gesù nel dialogo con il Padre: di vivere quella stessa intensità di rapporto in cui, forse, osservavano il Maestro quasi trasfigurato. Possiamo solo immaginare e unire la nostra richiesta alla loro: Signore, insegnaci a pregare! Ebbene, i Carmelitani nella Chiesa devono principalmente testimoniare questo desiderio che diviene realtà quotidiana e “scuola” che insegna attraverso l’esperienza vissuta.
P. Mariano, tu che hai approfondito questo immenso tema della preghiera, condensandolo in un fascicolo ricco di informazioni e tradizioni, come puoi, in sintesi, parlare della preghiera a coloro che desiderano imparare a pregare?
- “Signore, insegnaci a pregare” non è una delle tante domande che gli apostoli rivolgono al Maestro: con essa è l’uomo di ogni tempo e di ogni luogo che esprime un profondo bisogno del cuore umano. Tutto qui: l’uomo ha bisogno di pregare, perché ha bisogno assoluto di Dio, nell’uomo c’è nostalgia del Padre e della Casa…!
Si ma… come pregare?
- Ogni movimento verso Dio – aspirazione, gemito, desiderio, gioia, trepidazione – è sempre una preghiera. La preghiera è soprattutto affare di cuore. Il vero cammino dell’orazione è la vita. Una preghiera continua è una vita interamente votata al servizio di Dio. La preghiera è continua quando l’amore è continuo. Il cristiano non prega soltanto quando direttamente e immediatamente si rivolge a Dio con i suoi esercizi devoti, ma ogni volta che per amor suo, qualunque sia il quadro delle sue occupazioni, egli esercita il bene con qualsiasi opera di zelo, carità, penitenza, umile nascosto servizio.
Ah, ecco cosa devono aver visto e sentito gli apostoli…
- E certamente tanto altro. Vista così la preghiera non si presenta più come una formula esteriore, un’azione fuori o sovrapposta alla vita né come atto intermittente, ma si rivela come l’attitudine più necessaria alla persona. Il Signore, ricordiamolo, invitava gli apostoli a pregare incessantemente… C’è una preghiera, ma molte le forme per pregare.
Ovvero?
- Parlando delle varie specie di orazione possiamo distinguere l’orazione pubblica o liturgica e quella privata. Considerata nella sua espressione, la preghiera può essere mentale e vocale. E… contemplativa, quando tutta la vita è un atto di preghiera e nella sua trasparenza, rivela la presenza divina. Poi: c’è la preghiera di domanda, di intercessione, di ringraziamento, di lode, la meditazione…
E il progetto di preghiera carmelitana?
- Per rispondere nel modo più completo possibile, facciamo parlare i nostri Santi che esprimono cos’è per loro la preghiera:
- “E’ un intimo rapporto di amicizia, un frequente intrattenimento da solo a solo con Colui da cui sappiamo di essere amati” (S.Teresa D’Avila, Vita)
- “Uno slancio amoroso e infiammato del cuore e dello spirito mediante il quale l’anima supera se stessa in ogni cosa creata e si unisce strettamente a Dio nella vivacità della sua espressione amorosa” (Giovanni si San Sansone, Oevres)
- “E’ respirare quasi soltanto l’essenza di Dio come si respira l’aria” (Michele di Sant’Agostino, Institutionum)
- “… un’amorosa dilatazione di tutte le forze della propria anima, che si uniscono e si stringono totalmente a Lui al punto di parlargli quasi sempre, in ogni ora e luogo…” (Domenico di S.Alberto, Exercitatio)
- “La preghiera è uno slancio del cuore, un semplice sguardo lanciato verso il cielo: è un grido di riconoscenza e di amore in mezzo alla prova come in seno alla gioia: infine è qualcosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù” (S. Teresa di Gesù Bambino, Manoscritti)
- “Quel dono di orazione che forma l’essenza della vita carmelitana, è un cuore a cuore senza interruzione, perché quando si ama ci si dona interamente all’oggetto amato e si vive più in Lui che in sé stessi” (S.Elisabetta della Trinità, Scritti Spirituali)
- “… nell’orazione Dio insegna all’anima… la preghiera inclina l’essere di Dio a noi e conduce anime a Lui, narra le sue grandezze, inspira confidenza in Lui, penetra fino al cuore del Verbo nel seno del Padre” (S.M.Maddalena de’Pazzi, Ammaestramenti)
- “Si deve vedere Dio come lo sfondo del nostro essere… e adorarlo non solo nel nostro intimo, ma anche in tutto ciò che esiste: prima di tutto nel nostro prossimo, ma pure nella natura, nell’universo. La preghiera è vita, non un’oasi nel deserto della vita” (B.Titus Brandsma, Note per un ritiro)
- “La preghiera consiste essenzialmente in un tratto intimo con Dio, in cui l’anima cerca la sua presenza per intrattenersi amichevolmente ed affettuosamente con Lui… E’il respiro dell’anima che ama il suo Dio, è l’atteggiamento abituale del cuore che tende a Dio, che lo cerca, che vuole vivere con Lui, che sa che ogni bene ed ogni aiuto gli viene da Lui”. (P.Gabriele di S.M.Maddalena, Intimità divina)
Possiamo dire che il carmelitano sente attivato in sé e condivide attivando a sua volta, un dinamismo di ricerca di Dio nel suo quotidiano?
(Cfr P. Mariano Cera – La preghiera nel Carmelo, Dir. Carm.)
Sr M. Daniela del Buon Pastore