Come credere di poter continuare a vivere senza avvertire il disagio di tanta umanità abbandonata a sé stessa? “Dove sei?” chiede il Signore ad Abramo; “Dov’è tuo fratello?” chiede Dio a Caino. Dove siamo mentre il mare si accanisce sulle barche, le foreste piangono la violenza subita e i giovani incrociano le braccia perché sono stanchi di sperare? (B. Secondin- A.Augruso, Bagliori di luce). Prima o poi quel disagio bussa alle nostre porte: ora magari entra solo attraverso i mezzi di comunicazione, ci coinvolge per qualche istante, a volte per giorni, poi si dissolve. O presto o tardi, tutti entriamo a contatto diretto con i disagi degli emarginati che interpellano su Vangelo vissuto, dimensione naturale di fraternità e solidarietà, compassione che si fa azione concreta per restituire dignità a chi ne è stato privato. Cerchiamo di essere pronti, anzi, solleciti nell’andare incontro prima che le persone chiedano aiuto. Quelle che non possiamo raggiungere materialmente, portiamole nel cuore sempre: preghiamo per loro, soffriamo con loro. Stiamo attenti: anche il nostro vicino di casa potrebbe morire di solitudine e noi esserne corresponsabili. La speranza cristiana non è soltanto attesa celeste, noi tutti sappiamo che ogni piccolo segno sociale di un certo tipo, ogni incontro di fratelli e sorelle che si realizza nella vittoria del dono sul calcolo, è una pregustazione del regno definitivo e può essere sperato come dono di Dio(C.M.Martini).
Mistero di luce
La Parola rivela Dio come il Tu assoluto e suscita immediatamente colui che l’ascolta e la contempla, la seconda luce, uscita dalla Luce e posta come suo altro io e specchio nella luce/rivelazione/comunione (Evdokimov 1972; 1982, 34 cit. in Sante Babolin, Icona e...