Il miracolo non è una prova di forza fra Dio e il mondo, ma la rivelazione di ciò che la natura è capace di fare, dell’unità che il mondo è, quando totalmente ordinato a Dio in Cristo. (Romano Guardini) Il miracolo esige silenzio: è segno di una particolare unione con Dio e trasfigurazione in Lui, segno di una conversione ferma, che sbriciola le barriere tra cielo e terra. Così miracoli di guarigione, di conversione di cuori e di eventi, di natura soggetta all’uomo e a suo servizio con piena espressione di sé, indicano che la Luce vera è entrata e permette di vedere la realtà in tutte le sue preziose sfumature di bellezza. Leggere teologicamente ogni cosa, vuol dire far sì che quella scintilla di bellezza catturata dal nostro sguardo, quella scintilla di verità colta dalla mente e quella scintilla di bontà percepita dal cuore, possono accendere un fuoco che riscaldi dall’interno la vita e corra come annuncio di questa scoperta. Quale opera d’arte, quale capolavoro siamo chiamati a realizzare oggi alla luce di quelle scintille? Quali sono gli strumenti a nostra disposizione per produrre “arte vivente che annuncia”? La preghiera e la contemplazione certamente lo sono e sono strumenti alla portata di tutti. I tempi forti dell’Avvento e del Natale, invitano ad un particolare raccoglimento contemplativo: questo tempo dello spirito aiuta a rivedere – mentre un anno finisce e uno inizia il suo corso – avvenimenti, incontri, novità che sono entrate nella nostra vita, delusioni, amarezze, preoccupazioni, progetti. E prendendo distanza dall’incalzare delle cose per entrare in una dimensione più riservata e protetta, cominciamo a scegliere i colori da usare per creare la nostra opera: quella affidata a noi, alla nostra storia, ai nostri talenti. Siamo chiamati innanzitutto a comprendere l’ordine delle cose, la legge suprema che regola l’esistenza. Già solo l’inclinazione del nostro strumento di lavoro e la pressione esercitata attraverso di esso, determinerà il carattere dell’opera e l’energia necessaria per portarla a compimento. Ombreggiatura e lumeggiatura, velature di colore sovrapposte per conferire all’opera tonalità cromatica e incisività, dipendono dalla nostra apertura e ricerca, dalla nostra docilità che ci rende liberi di imparare e crescere. La nostra tonalità sarà segno visibile del nostro impegno nell’ordinare tutto a Dio in Cristo, con pazienza e umiltà riguardo i nostri limiti e creatività avvolta da un silenzio custodente, nel quale vibrano ispirazioni e sussurri altrimenti impercettibili. È in questa dimensione contemplativa – che diventa preghiera contemplativa – che noi possiamo compiere capolavori e miracoli. Nel miracolo, la grazia divina porterà a compimento la nostra natura superandola, sia nella sua incapacità creaturale di darsi da sé stessa, sia nella vittoria sul male e sul nostro peccato. Chi meglio di Maria potrà sostenere il nostro cammino di conversione, il nostro cammino contemplativo? Dialogare con lei confidenzialmente e affettuosamente Le darà modo di insegnarci come ricevere Cristo, come generarlo in noi, come portarlo di nuovo al mondo. Come mai l’immagine di Dio è così scialba, tanto che molti non ne restano più colpiti? C’è mancanza soltanto da parte loro? O si richiede qualcosa anche a noi, affinché risplenda questa immagine nuovamente sul mondo di una luce più chiara? (Cfr. iole ciarmatori, S. Titus Brandsma, Raccolta di Pensieri)
Sr M. Daniela del Buon Pastore, O.Carm.