Cosa vuol dire ricevere luce e riconoscere le proprie fragilità al pari delle potenzialità da mettere a frutto… Ce lo spiega San Carlo Borromeo, un uomo che ha custodito un cuore ordinato e sensibile ed è stato fedele e coerente testimone della fede professata con la vita. Ci ha lasciato alcuni spunti di riflessione, utili per non disperdere energie, non scoraggiarci e non perdere tempo. E anche per non illuderci di detestare colpe e autogiustificazioni, faticando a dirci la verità e a progredire con lealtà nel nostro cammino. I consigli di questo grande santo, non servono ad esaminare il comportamento di altri giudicandolo in modo freddo e inutile: possiamo invece approfittare ad esaminare noi stessi, potendo conoscere in modo più esatto le motivazioni interiori che sollecitano scelte e azioni, le interferenze nei nostri pensieri, le pigrizie, insomma, tutto ciò che una coscienza vigilante e formata può rimproverarci delicatamente e costantemente. Del resto, di questo dovremo render conto: del nostro cammino personale di santità, di quanto amore la nostra vocazione vissuta fino in fondo avrà prodotto. Perché di questo si tratta: ad ognuno è indicato un percorso nel quale potrà dare il meglio di sé nell’amore. Tutti siamo certamente deboli, lo ammetto, ma il Signore Dio mette a nostra disposizione mezzi tali che, se vogliamo, possiamo far molto. Senza di essi però non sarà possibile tener fede all’impegno della propria vocazione. Vuoi che ti insegni ad accrescere maggiormente la tua partecipazione interiore alla celebrazione corale, come rendere più gradita a Dio la tua lode e come progredire nella santità? Ascolta ciò che ti dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché non si raffreddi e non perda calore. Fuggi, cioè, le distrazioni per quanto puoi. Rimani raccolto in Dio, evita le chiacchiere inutili. Hai il mandato di predicare e di insegnare? Studia e applicati a quelle cose che sono necessarie per compiere bene questo incarico. Da’ sempre buon esempio e cerca si essere il primo in ogni cosa. Prèdica prima di tutto con la vita e con la santità, perché non succeda che essendo la tua condotta in contraddizione con la tua prèdica tu perda ogni credibilità. Eserciti la cura d’anime? Non trascurare per questo la cura di te stesso, e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla di te stesso. Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso. San Carlo si rivolge essenzialmente alle anime consacrate che hanno una maggiore responsabilità per chiamata nel generare Cristo in sé stessi e negli altri. Ma il criterio di ricerca dei tratti fondamentali per vivere una vocazione laica feconda nella vita coniugale, nel lavoro, nella paternità/maternità, ecc. sono validi per tutti: ognuno ha scintille da custodire, movimenti interiori da leggere e custodire, responsabilità nell’aiutare il prossimo in un cammino di crescita o nei bisogni ordinari che per ingiustizia sociale o eventi drammatici, possono venir meno. Insomma: ognuno può attingere a questa sapienza che riceviamo dai nostri Santi come preziosa eredità.
Mistero di luce
La Parola rivela Dio come il Tu assoluto e suscita immediatamente colui che l’ascolta e la contempla, la seconda luce, uscita dalla Luce e posta come suo altro io e specchio nella luce/rivelazione/comunione (Evdokimov 1972; 1982, 34 cit. in Sante Babolin, Icona e...