Dio si dona e rivela qualcosa di Sé sufficiente per far innamorare l’uomo e far vibrare il suo cuore. Lo Spirito Santo introduce in questo “qualcosa rivelante”: il mistero divino. Quanto più l’uomo, sospinto dallo Spirito, vi penetra, tanto più se ne sente lontano e brama vicinanza e conoscenza del suo Bene sommo, intravisto e toccato in enigma, specie nell’Eucaristia. (Cfr Diz. Carm. Dir. Da E. Boaga, L. Borriello, Città Nuova, Roma 2008 – M. Cecilia del Volto Santo, OCD, Presenza di Dio, 691)
È un viaggio la nostalgia? Sì, un viaggio di ricordi, ma anche di desideri a volte indecifrabili. Un viaggio attraverso un campo del quale si distingue appena l’orizzonte, tra nebbie che sfumano i contorni anche di ciò che lo sguardo non fatica a raggiungere. È un viaggio la nostalgia che è desiderio? Sì, un viaggio di ritorno, perché è nostalgia di Dio.
Il carnato del cielo
Sveglia oasi
Al nomade d’amore. (Giuseppe Ungaretti, Tramonto, 1916)
Un’altra immagine che parla di nostalgia: il tramonto. Nei colori del cielo, il poeta vede l’incarnato di un volto e si emoziona come un nomade che attraversando un deserto, scorge un’oasi. Un nomade d’amore, che cerca ristoro nell’amore. Ecco, possiamo forse leggerci il desiderio e la nostalgia di un Volto, quello di Gesù, di irripetibile singolarità, che parla di amore donato interamente, di salvezza, di libertà. Un volto rosaceo che fa arrossire perché entra dentro con uno sguardo che attraversa il cuore. Nel dolore della nostalgia, si impara forse ad essere persone, si impara la vita, si impara ad amare e a lasciarsi amare. Un viaggio verso una terra promessa che di giorno in giorno si fa più vicina. In questo numero l’attenzione è rivolta essenzialmente a Colei che ci affianca e ci indica Gesù e alle relazioni in cui questo desiderio cresce, non come somma ma come moltiplicazione che è comunione: una goccia più una goccia fanno una goccia più grande, non due… Così, questo insieme di gocce diventa un piccolo torrente di esperienze diverse e convergenti: con un diaframma completamente aperto che lascia entrare grande quantità di luce, procediamo nell’esplorare piccole e grandi cose del quotidiano, sussurri di preghiera, grazie che incoraggiano ad avere “idee più grandi”.
Un viaggio attraverso il valore inestimabile di una liturgia pregata che è incontro con il Vivente: Dal sorgere del sole al suo tramonto, sia lodato il nome del Signore (Sal 113, 3) presente tra noi come ha promesso. Imparare a vivere nella nostalgia non significa forse amare con criterio, non preoccupandosi di chiedere direttamente ciò che gli manca e quanto desidera, ma limitandosi ad esprimere semplicemente il fatto delle proprie carenze? Lasciando al Diletto libertà di provvedervi a suo piacimento? Non fece così anche Maria alle nozze di Cana dicendo: “Non hanno più vino?” (Cfr Giovanni della Croce, Cantico spirituale, A e B, II,8, in E. Boaga, Con Maria sulle vie di Dio, Antologia della marianità carmelitana, Ed. Carm. Roma, 2000, 108)