Una nidiata che sogna

    Ricorrenze, poesie citate e interpretate, sguardi che varcano i confini del nostro monastero e della nostra regione per partecipare a sofferenze e conquiste del popolo di Dio: accenni di cronaca, nuovi dialoghi e nuovi propositi. Tutto questo, sotto lo sguardo divino, custodite dal manto materno di Maria che poggia sulle nostre scapole e […]

 

 

Ricorrenze, poesie citate e interpretate, sguardi che varcano i confini del nostro monastero e della nostra regione per partecipare a sofferenze e conquiste del popolo di Dio: accenni di cronaca, nuovi dialoghi e nuovi propositi. Tutto questo, sotto lo sguardo divino, custodite dal manto materno di Maria che poggia sulle nostre scapole e contribuisce alla fortificazione della donna interiore, della donna che sa “generare”. Come lei desideriamo gioire pienamente nel Signore ed esultare in Dio per essere state rivestite delle vesti di salvezza, spose adorne di gioielli di sapienza (Cfr Is 61,10) che speriamo di saper utilizzare. Vorremmo ampliare ancora di più la nostra conoscenza della vita, ovunque questa si radichi e produca frutti: e ci ripromettiamo di farlo, cercando di entrare nei particolari della “stanchezza” europea e dei “sorrisi irriducibili” di paesi poveri di risorse, ma ricchi di speranza e di capacità di sognare. Vorremmo cercare e portare Dio in ogni angolo, entrare con la nostra sensibilità nelle storie diverse dalla nostra per cultura e tradizione, cercare relazioni di amicizia che possano arricchire ancor di più le amicizie di casa. Vorremmo continuare a passeggiare con la mente nel nostro perimetro maremmano per apprezzare ancora di più quanto il Signore qui ci dona, senza dimenticare, senza distrarsi, ma godendo il nucleo vitale che la grazia è pronta a far esplodere in qualunque situazione, in qualunque cuore. La ricerca delle modalità con cui aprirsi a questo è sempre aperta e attenta: alcune giovani donne si prestano ad essere un po’ le nostre inviate speciali nel luogo in cui vivono, con l’entusiasmo della loro età e il loro prezioso contributo di fresche esperienze e visioni. Ponti tra monasteri, ponti con parrocchie che vivono lo stesso carisma, ponti con le diverse realtà con cui entriamo in contatto alla pari, in un cammino di misericordia che si manifesta in mille modi. Sogni vivaci di tutti che confluiscono per diventare realtà a favore di tutti. Vorremmo capire insieme perché spesso solo la sofferenza di una perdita fa comprendere il bisogno che abbiamo gli uni degli altri: la perdita di un bene, di un’autonomia, di una persona cara. Abbiamo urgente necessità di risvegliarci da torpori causati dall’abitudine che uccide i nuovi germogli estirpando gradualmente dal cuore il senso di coltivarli per scoprire la bellezza straordinaria che racchiudono. Abbiamo il desiderio di comprendere cosa realmente ci da o ci restituisce il gusto della vita, di ciò che facciamo… Quanto siamo in grado di scommettere sulle persone umane per aiutarle a realizzare i loro sogni perché diventino i nostri sogni e la forza di un sogno collettivo diventi prorompente, come testimoniano i missionari (“Sperare insieme” – intervista a Chiara Castellani – Fraternità di Romena 2 giugno 2023). Come osserviamo i volti fratelli? Quale volto ha Dio per noi? Preghiamo un “dio che non può salvare”? (Is 45,20) o Dio Padre che attraverso il Figlio nello Spirito si manifesta come Amore? Siamo chiamate a comunicare speranza e fiducia, credendo fermamente per prime, ciò che comunichiamo con la vita. Se la mente è una macina da mulino, come dicevano i Padri della Chiesa, ed è sempre in attività macinando ciò che riceve, abbiamo la responsabilità di verificare cosa “vi finisce dentro” e accogliere ciò che fortifica la nostra capacità di lettura evangelica della storia. Continuiamo a progettare guardando avanti, dove Maria ci precede per esercitare la nostra capacità di “vedere oltre”: “Come non possiamo guardare il sole ad occhio nudo così non possiamo vedere Dio, possiamo però meravigliarci della sua grandezza nella sua Madre perché lei magnifica il Signore. Noi desideriamo farlo nel solco della nostra tradizione, con i piedi a terra e lo sguardo al cielo che vive in noi: lì possiamo scorgere la Madonna come un’aquila che pur volando alta nel cielo, mantiene vivo l’interesse per la nidiata lasciata nel nido. Maria è gloriosa nei cieli, ma ha un tenero interesse materno per tutti i suoi figli sulla terra”[1].

 

 

[1] R. M. Valabek, Maria Petyt, in E. Boaga – L. Borriello (dir.), Dizionario carmelitano, Ed. Città Nuova, Roma 2008, 658.

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