Un giardino senza confini

Si tratta del Terz’Ordine Carmelitano, composto da laici che riconoscono in sé stessi il carisma del Carmelo e lo vivono nel loro stato di vita; coniugati o consacrati laici.

“Ogni laico carmelitano è come una scintilla di amore fraterno lanciata nel bosco della vita: dev’essere in grado di incendiare chiunque avvicini.”(Regola del T.O.C., n. 44).

Scopriamo con l’aiuto di giovani terziarie, come nasce e si muove questa scintilla speciale…

Il Carmelo è una casa

di Valentina di Prato, 26 anni

. Cristiana, prova a spiegarmi, vorrei capire meglio cosa ti ha spinto a cercare questa forma di impegno nella Famiglia religiosa del Carmelo.
–   Volevo dichiarare qualcosa di più a Dio con la vita; una particolare esperienza spirituale mi ha permesso di maturare questo desiderio. Toccare con mano lo strazio vissuto da una donna per la quale ero stata invitata a pregare, ha confermato questa spinta verso una forma di consacrazione. Ho avuto l’opportunità di leggere “Storia di un’anima”, di S.Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, monaca carmelitana e lì ho riconosciuto ciò che fin da piccola mi aveva custodito e accompagnato dolcemente, fino ad accendermi e ad orientare la mia ricerca. Ho sempre sentito il desiderio di formare una famiglia e quindi riconosciuto la mia vocazione laica, ma volevo appartenere al Signore in modo più forte. E mettere in comune tutto con persone animate dagli stessi desideri, per vivere una missione specifica. Sono nata a Napoli 45 anni fa, vivo a Vallerano e sono un’artigiana pasticcera.
Il mio carattere trova assonanza con quello del profeta Elia, profeta di fuoco, ispiratore insieme alla Vergine Maria, del carisma carmelitano. Nella Regola leggiamo: I laici carmelitani condividono altresì la passione del profeta Elia per il Signore e per i suoi diritti, pronti a difendere anche i diritti dell’uomo ingiustamente calpestati. Dal profeta imparano a lasciar tutto per inoltrarsi nel deserto ed essere purificati e resi pronti all’incontro con il Signore, ad accoglierne la Parola. Si sentono spinti, come il profeta, a promuovere la vera religiosità contro i falsi idoli. Con Elia i laici carmelitani imparano a cogliere la presenza del Signore che s’impone all’uomo con forza e dolcezza, egli che è lo stesso ieri, oggi e sempre. Fortificati da questa esperienza trasformante e vivificante, i laici carmelitani sono capaci di tornare ad affrontare le realtà del mondo, sicuri che Dio ha in mano il destino di ciascuno e della storia. (cfr Rg 35) 

Sfogliando le pagine della Regola del Terz’Ordine insieme ad una giovane donna impegnata da anni nel cammino di formazione carmelitana, ho potuto verificare ancora una volta quanto ogni articolo sia un’indicazione di libertà e non un vincolo. Tutto porta ad un ordine superiore: esperienze, desideri, pensieri trovano il loro posto e il loro significato più profondo. Nel tempo.
Cristiana ha sentito e seguito una chiamata interiore, riconosciuta subito familiare e forte all’interno di un progetto di vita coniugale e lavorativa. Si è scoperta desiderosa di magnificare le meraviglie compiute dal Signore nella propria esistenza, come Maria. E con lei, di imparare a confrontare le vicende spesso tormentate della vita quotidiana con la Parola di Dio. (Cfr Rg n° 34)
Cristiana ha cercato e poi atteso con pazienza, camminando con Maria per i sentieri della storia, prima da sola, poi insieme ad altre persone che come lei, hanno scoperto in loro stesse lo stesso piccolo seme, carico di vita da vivere e offrire seguendo le coordinate della nostra spiritualità. Un gruppo attento alle autentiche necessità umane: i laici carmelitani si lasciano accompagnare da Maria nell’assunzione graduale della responsabilità nella cooperazione all’azione di salvezza e di comunicazione di grazia propria della Chiesa. Nel Carmelo quest’opera tradizionalmente è stata vissuta in forma della carità materna di Maria verso il Carmelo. I carmelitani, sentitisi amati da una sì grande e tenera Madre, non potevano che riamarla. Così che l’ideale carmelitano è di “perdersi in Dio nel calore materno della Beata Vergine”. (B.M.Xiberta, Charlas a las contemplativas, Barcelona 1967).

Ecco, sento un richiamo particolare per realizzare questo nella mia vita. Il Carmelo non offre risposte a tutte le domande, ma insegna giorno dopo giorno, in un dialogo familiare e incessante con Dio, a vivere in ascolto per uscire dal proprio piccolo mondo e … ad innestarvi novità che producano qualità più pregiate di frutti.

Sr M. Daniela del Buon Pastore