Costruire la comunione e l’unità richiede la presenza reale di Gesù quale sorgente. Maria rappresenta la casa, il tempio, il cuore capaci di accogliere la luce di Dio, ossia Dio stesso. Gesù è posto non solo al centro del Cuore di Maria, ma anche al centro del Tempio, raffigurato subito dietro a rappresentare la Chiesa, a significare che solo la presenza di un Dio che nasce può donarci quella Luce di Verità capace di illuminare la nostra vita.
Maria ha un posto privilegiato nell’iconografia in quanto nessuno in terra, mai prima di Lei aveva potuto adorare Dio alla sua reale Presenza. Gesù incarnandosi in Maria, si rivelò in Lei in pienezza, e poté adorarlo nel suo grembo divenuto Tabernacolo di Dio, Tabernacolo della Luce!
Maria diventa “casa della Luce”, autentica Icona dell’essere uomini e donne chiamati ad accogliere in sé per divenire a propria volta “case di Luce”. È questo l’elemento qualificante, senza il quale non è possibile esprimere nulla di ciò che riguarda Dio e la Sua Volontà. Adorare significa essere persone che non solo guardano a Dio, ma che lo accolgono nella loro vita, diventando sempre più “case della Luce di Dio”
In Lei Dio si fa presente, in Lei Dio si fa vicino all’uomo, in Lei Dio manifesta l’unità e la piena comunione tra il cielo e la terra. Per la prima volta Dio si fa carne nella carne dell’uomo e stabilisce la perfetta unità tra la dimensione umana e la dimensione divina. Maria quindi diviene “il Grembo dell’unità tra Dio e l’uomo“ e diviene icona della Chiesa, chiamata anch’essa a svolgere il medesimo compito nella storia, essere soggetto, luogo, dove Dio si comunica agli uomini.
Maria come icona esprime intensamente il silenzio dell’ascolto e dell’accoglienza: in Lei si incontrano le profezie: “Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (Is 7,14) e si compiono “Ecco i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che hai costruita!” (1 Re 8,27). I Padri per contrapposizione analogica applicano questo passo a Maria, definendola Colei che è la più vasta nei cieli, perché ha potuto generare e offrire Colui che i cieli non possono contenere. Il passo del primo libro dei Re rimanda a sua volta a un’espressione scaturita dalle labbra di Giacobbe e contenuta nel libro della Genesi “Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo” (Gn 28,7).
La tradizione cristiana, nelle Litanie lauretane, chiama Maria “Porta del Cielo”. Ella fu il primo Ostensorio dell’umanità, mostro e portò a tutti noi la fonte e l’origine della nostra salvezza e della nostra unità. Maria diviene perciò modello per tutti coloro che vogliono mantenere nella loro vita quotidiana il senso della Presenza divina dentro di loro.
In Eraclito “la guerra (polemos) è il padre di ogni cosa”, mentre “l’armonia, l’accordo, la bellezza è la madre di tutto”. Egli dà l’immagine straordinariamente espressiva dell’arco e della lira. In greco lo stesso termine biós che designa l’arco e la vita (il termine greco di arco si pronuncia biós, mentre quello indicante la vita si pronuncia bìos), ciò che uccide e ciò che vivifica. Il padre-guerra è simbolizzato dall’arco e la madre-bellezza dalla lira. Ora, si può dire che la lira è l’arco sublimato, l’arco a più corde; invece della morte essa canta la vita. Così il maschio guerriero, omicida, può essere accordato, sublimato dal sesso gentile e cambiato in vita, cultura, culto, liturgia dossologia. Al vertice sta la bellezza della Theotókos, della Madre di Dio e perciò Madre di tutti gli uomini.
La Madre di Dio e degli uomini è perciò il luogo privilegiato dello Spirito della Bellezza, del quale l’icona soltanto, ancora una volta può fare intravedere il Mistero. Occorreva che colei che avrebbe partorito il più bello tra i figli dell’uomo, fosse lei stessa di una meravigliosa bellezza.
Sr Miriam del Dio Vivente