Sui gradini di un negozio

Il Signore consola anche mettendoci di fronte ad una regola: sì, per esempio, la Regola di un Ordine religioso. Comprenderla è comprendersi davanti ad essa per chi è chiamato a viverla come formula di vita. E da sogni, immaginazioni, desideri nascosti, parola dopo parola, quella stessa regola diventa un appello personale. Il cammino si fa impegnativo, si sperimenta un’energia nuova. La vita cambia a partire da un’interiorità in movimento. A volte, sono coloro che ci hanno preceduto nel cammino di fede ad orientare la nostra ricerca. Così, un incontro, la lettura di un libro, una comunità, diventano veicolo di quella consolazione perché indicano un percorso di libertà e di gioia che altrimenti non avremmo potuto scoprire…

 

 

Ero seduta sui gradini di un negozio, assorta nella lettura di un libro nel quale cercavo risposte ai miei interrogativi. D’un tratto, un’insegnante di religione, entrando nel negozio, mi vide, intuì dalla mia concentrazione che avevo premura di discernere qualcosa di fondamentale e con delicatezza mi suggerì un’altra lettura. “Permetti? Vorrei consigliarti un libro di Edith Stein: me lo hanno regalato le monache carmelitane di Cerreto di Sorano. Sai, sono entusiasta di quel tempo di preghiera trascorso con loro. Immagino che tu sia alla ricerca di contenuti importanti… Ebbene, forse loro possono sostenere questa tua ricerca. Intanto, però, se vuoi, ascolta il mio consiglio: prendi quel libro…” Lo ascoltai quel consiglio, benché non la conoscessi: non so dire perché, ma mi parve un messaggio di Dio, che in quel momento mi veniva incontro in carne ed ossa. Cominciai a sfogliare il testo di Edith Stein e mi sembrava di riconoscermi in una spiritualità di cui, prima di allora, non sapevo nulla. Non so dire in quanto tempo terminai la lettura, ma a quel punto era irresistibile per me il desiderio di conoscere quelle “suore” di cui la signora mi aveva parlato. Forse potevano realmente aiutarmi a capire cosa stessi vivendo, a leggere quelle spinte interiori che mi sembravano straordinarie nel mio vivere ordinario: una vera irruzione dello Spirito che mi aveva colto impreparata, ma al tempo stesso, mi dava pace. Pensai che i Santi potessero – in una certa misura – rivivere nella nostra storia, suscitando qualcosa di familiare che permette di sentirli realmente compagni di cammino e mi lasciai accompagnare da Edith Stein, S. Teresa Benedetta della Croce. Leggere la vita dei Santi non è semplicemente leggere qualcosa di appassionante che non ci appartiene: non sono belle storie del passato, ma interventi del cielo nella nostra storia. Del resto, è la stessa esperienza vissuta anche da Edith che si sentì particolarmente coinvolta dalla vita di S. Teresa d’Avila: spesso le loro biografie suscitano interrogativi e spingono a voltare pagina. Vedendo ciò che il Signore compie in loro, si riaccende la speranza che Egli può produrre anche in noi, con il nostro consenso e la nostra collaborazione, meraviglie che non immaginiamo. La storia di Edith mi rapì. Ricordo di essermi soffermata soprattutto sulla sua capacità di sacrificio: ebrea, che passò ad una fase di “irreligiosità” per poi convertirsi al cattolicesimo, con tutte le fatiche di questo delicato e tormentato discernimento… poi la sospensione dei suoi studi di filosofia per prestare soccorso infermieristico in un ospedale militare allo scoppio della prima guerra mondiale, e ancora, la ripresa degli studi, la conversione, la chiamata alla vita contemplativa, la seconda guerra mondiale, il lager, il martirio. Quali processi segreti di dialogo con Dio hanno liberato quest’anima permettendole di volare così in alto? Ella scriveva: “Ciò che non era nei miei piani era nei piani di Dio. In me prende vita la profonda convinzione che – visto dal lato di Dio – non esiste il caso; tutta la mia vita, fino ai minimi particolari, è già tracciata nei piani della provvidenza divina e davanti agli occhi assolutamente veggenti di Dio presenta una correlazione perfettamente compiuta“. Ricordo di aver letto che ella rimase colpita prima della sua conversione, da un episodio apparentemente banale: una donna del popolo, con il suo cesto di spesa, entrò nel Duomo di Francoforte per raccogliersi in preghiera. In chiesa non c’era nessuna persona, la donna era entrata per incontrare Qualcuno con cui sentiva di poter dialogare intimamente: un dialogo riservato e protetto da un rapporto speciale. Ebbene, così fu per me: entrai nel Santuario dove la Madre Addolorata è apparsa e le Sorelle carmelitane erano solite pregare: mi sono sentita “cercata”, raggiunta e amata. Trovai sintonia tra l’aspetto sacrificale della vita di S. Teresa Benedetta della Croce, che così tanto mi aveva coinvolto, e la richiesta dell’Addolorata di partecipare alla sua sofferenza di Madre. Il sottile martirio che Ella sotto la Croce ha vissuto e continua a vivere quando i suoi figli si allontanano da Colui che ha dato la vita per loro sembrava già parte di me. Sottile martirio, ma anche crescendo di amore. Ed ecco, ho detto il mio sì: Egli dà il cibo ad ogni vivente, eterna è la sua misericordia. Lodate il Dio del cielo, eterna è la sua misericordia. (Sal 135, 25-26)

Madre mia amatissima, il Signore ha affidato a Te i misteri del Regno. Ha consegnato a Te il Corpo Mistico. Il tuo sguardo abbraccia tutti i tempi. Tu conosci ogni membro del Corpo Mistico e i suoi doveri. Sei tu che lo guidi. Ti ringrazio per avermi chiamata ancora prima che io sapessi che la vocazione viene da te. Che cosa vuoi fare di me? Non lo so. Ma io considero grazia grande e immeritata d’avermi scelta d’esser tuo strumento. Come dolce strumento, vorrei abbandonarmi nelle tue mani. Confido in te: tu rendi utile questo inabile strumento. Cuore di Gesù, tenda di Dio tra gli uomini, accoglici per il tempo e per l’eternità”. (edith stein, in Ave Maria – Preghiere alla Madonna, Centro interprovinciale OCD, 1994, p. 97).

 

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